Il welfare non è un lusso

[….] Il Piano d'azione del governo identifica nella tutela materno infantile e nello sviluppo psicofisico degli adolescenti le aree ad elevata integrazione sociosanitaria su cui, attraverso le connessioni tra autonomie Locali ed Aziende Sanitarie, la rete dei servizi deve rivolgere prioritariamente lo sforzo di integrazione[…] Tali aree prioritariamente dovrebbero essere:
1. Area dei minori a rischio psicosociale per maltrattamento, abuso, trascuratezza.
2. Area dei minori soggetti a provvedimenti giudiziari: affidamento educativo-assistenziale, segnalazioni al Tribunale dei Minori per affido giudiziale, adozioni.
3. Area dei minori con handicap e disabilità.
4. Area dei minori appartenenti a comunità vulnerabili (stranieri, immigrati, nomadi).
5
. Area della prevenzione e della cura del disagio adolescenziale. (Quaderni ACP - volume 5 - numero: 5.5 Ottobre 1998)
Con queste premesse in questi anni sono stati proposti e approvati numerosissimi progetti (purtroppo quasi mai convertiti in servizi) che comunque hanno consentito le azioni rivolte a questi ambiti e che hanno offerto serie alternative ad una sicura e definitiva emarginazione della popolazione a rischio.
E’ storia di questi giorni, ma le prime scintille possono risalire già a 18 mesi fa, che a Napoli le strutture che accolgono i bambini e gli adolescenti allontanati dalle loro famiglie hanno annunciato la sospensione delle loro attività. Questa volta, a partire dal 1° dicembre, in maniera irrevocabile.
E’ da questo tempo infatti che non pervengono i pagamenti da parte del Comune che a sua volta non riceve i dovuti trasferimenti dal Governo da 11 mesi, rendendo ormai insostenibile ogni tipo di prestazione.
Non sembra che per i nostri amministratori la tutela dei minori venga considerata una priorità strategica!
La situazione è divenuta allarmante e vogliamo sottoporre all'opinione pubblica e soprattutto al Governo l'urgenza di intervenire sulla questione per la tutela dei bambini e delle bambine.Parliamo di quei bambini per i quali è stato necessario l’inserimento in comunità per abbandono, disagio o per proteggerli da condizioni di gravissimo maltrattamento ed abusi sessuali subiti all'interno dei nuclei familiari, così grave da rendere difficile anche la possibilità di un affido familiare.
Come continuare a proteggerli se non ci sono più le risorse?
La chiusura delle comunità rappresenta il fallimento della protezione attivata:
- espone di nuovo i bambini e gli adolescenti ad una condizione ad alto rischio, facendoli rientrare in situazioni ancora pericolose per l’integrità fisica e mentale, senza garanzie ed accompagnamento, in quanto anche i servizi educativi territoriali e domiciliari (gestiti sempre dal Terzo settore) stanno sospendendo la loro offerta, a causa dei gravi ritardi nei pagamenti;
- espone le categorie a rischio ad un “ri-abbandono” vanificando quanto finora costruito e cioè il lavoro di cura psicologica, sociale, educativa , sanitaria portato avanti per ciascuno di loro, a partire dalla costruzione di un contesto sicuro.
Come operatori sanitari e socio sanitari impegnati nella tutela e nella cura dei bambini e che riteniamo essere una priorità la loro protezione attraverso queste forme di intervento integrato, ci preme segnalare l'estrema gravità di questa situazione che porterà al sicuro fallimento di tutte le azioni attivate.
L’Associazione Culturale Pediatri Campania da tempo impegnata sui temi dell’infanzia e soprattutto delle famiglie problematiche e con disagio sociale, si unisce alle altre voci che si alzano in questi giorni per rimediare non solo all’urgente situazione verificatasi, ma per costruire soluzioni che ripristino stabilità, anche elaborando nuove e innovative modalità di affidamento dei servizi alla persona che richiedono per definizione continuità e sicurezza delle relazioni, specie nei casi delicatissimi dei bambini al di fuori della propria famiglia di origine.
Giuseppe Cirillo, Nicoletta Gasparini

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Dal blog dell'ACP Nazionale